Ci sono tre parole per definire la tua casa?
Lo so, non è corretto, ma la mia prima parola… sono tre, abbastanza simili nel significato: nido, rifugio, tana. E le altre due parole sono bella e comoda.
Ti rifai sempre il letto?
No, sinceramente no. Però, per non dare l’idea di disordine (ma poi, darla a chi, questa idea, visto che in casa ci siamo solo io e mio marito e che anche lui dorme in quel letto? non so, ma ho un obbligo morale di non dover dare l’idea del disordine) piego malamente il lenzuolo di sopra e la coperta in modo che sembri che io voglia dare aria al materasso.
Cosa osservi dalla finestra?
Per mia fortuna, un gran bel tratto della laguna di Venezia. In questo periodo di chiusura per il Covid19, è particolarmente calma ed è mossa solo dal vento. Vedo passare ogni tanto una persona in kayak – non dovrebbe farlo, le regole non lo permettono. Però la capisco profondamente.
Chi non inviteresti mai?
Sto pensando a certi personaggi politici del nostro Paese – inquinerebbero il mio ambiente. Decisamente mi vengono i brividi solo a pensare che potrebbero sedersi sul nostro divano.
Cosa noti nelle case degli altri?
I libri. Sono una inguaribile curiosa delle librerie altrui e mi butto subito a guardarle, anche a costo di sembrare maleducata. Proseguo poi con i cd/dvd, se ce ne sono. Mi piace cercare di capire qualcosa delle passioni che animano gli abitanti di quella casa. Però so che adesso che i libri, la musica, i film possono essere digitali, questo ritratto può essere molto incompleto, quindi cerco di non prendere le impressioni nate da questo ficcanasare come delle conclusioni.
Hai un nascondiglio segreto?
Beh, quando ho traslocato da Torino a Venezia mio marito mi ha concesso un certo numero di metri lineari per i libri (per evitare che gli riempissi la casa) e io ho “nascosto” alcuni volumi in una cassa di legno decorata con motivi tibetani. Che poi ho lasciato lì per 12 anni. Insomma, con il Covid 19 mio marito decide di pulire a fondo una serie di librerie – e naturalmente scova anche i libri nella cassa. Niente più segreti fra noi!
Quale animale non domestico vorresti tenere in casa?
Domanda difficile. Perché io ho un po’ paura degli animali e poi, tutti quelli che mi vengono in mente, dal koala alla manta, richiedono ampi spazi. No, credo che preferirei lasciarli alla loro vita e alla loro “casa”, accontentandomi di vederli nei documentari.
Di cosa parli in ascensore?
Non abbiamo ascensore! (come succede spesso a Venezia). A dir la verità sono un po’ orso (vedi le prime parole della mia casa…) e quindi mi limito per le scale a salutare i vicini se e quando li incontro, più o meno velocemente.
Che scusa trovi per non uscire?
Beh, adesso devo trovare le scuse per uscire! Però prima andavo sul banale, dalla stanchezza al non sentirmi bene; agli amici più stretti confessavo che stavo così bene a casa che non avevo voglia di uscire. Se però ne avessero avuto voglia, avrebbero potuto raggiungerci.
Scarpe, ciabatte o piedi scalzi?
Ciabatte, possibilmente un po’ sfondate. Adesso uso un paio di sandali in legno con dei decori in perline – ma ne mancano alcune, così l’effetto trasandato è assicurato.
Quale accessorio per la casa non compreresti mai?
Se valgono anche quelli per la cucina, il Bimbi. Perché mi toglierebbe anche quel poco che mi spinge a cucinare (che poi, se mi impegno, mi può riuscire anche benino).
Da quanto tempo non pulisci la cucina?
Ah, per questo sono fiera di me. Perché oltre alla veloce manutenzione giornaliera, mi sono presa il periodo di lockdown, come si dice adesso, per smontare durante i fine settimana i cassetti e i ripiani, dando una bella pulita a tutto. Totale: sembra una infinta fabbrica del Duomo, non ho ancora finito…
Casa nel caos e arrivano ospiti inattesi. Che fai?
Faccio buon viso a cattivo gioco al citofono, poi me la prendo con loro mentre salgono le scale e poi alla fine mi diverto! Sicuramente cerco di offrire da mangiare, l’ospitalità per me passa dal cibo.
La cucina è fatta solo per cucinare?
Ah no, in questa casa la cucina è aperta sul soggiorno e quindi con naturalezza diventa non solo il posto dove si cucina ma anche quello delle chiacchiere, delle grandi idee di mio marito o anche dei grandi sfoghi miei con l’ultimo maleducato che magari ho incontrato sui social.
Cosa scriveresti sul citofono al posto del cognome?
Marie Curie. Non perché io abbia ambizioni di fare scoperte scientifiche ma come omaggio a una grandissima intelligenza e a una donna molto generosa.