Ci sono tre parole per definire la tua casa?
Rassicurante, accogliente, armoniosamente incasinata.

Ti rifai sempre il letto?
Quasi…

Cosa osservi dalla finestra?
Platani secolari protetti sopravvissuti allo smantellamento di un’antica villa.

Chi non inviteresti mai?
Parlando in generale, le persone che amano giudicare gli altri. Dovendo fare un nome, Vittorio Sgarbi.

Cosa noti nelle case degli altri?
Sono sempre troppo ordinate, troppo monocromatiche e ci sono poche piante.

Hai un nascondiglio segreto?
L’amaca, aiuta a isolarsi.

Quale animale non domestico vorresti tenere in casa?
Un’aquila se non soffrisse al chiuso.

Di cosa parli in ascensore?
Non so mai dove guardare, saluto soltanto o sorrido come un ebete.

Che scusa trovi per non uscire?
Tutte, mi piace stare nella mia casa.

Scarpe, ciabatte o piedi scalzi?
Calzini d’inverno e piedi scalzi d’estate. Le scarpe sono tabù anche per gli ospiti.

Quale accessorio per la casa non compreresti mai?
Tende.

Da quanto tempo non pulisci la cucina?
Da qualche ora.

Casa nel caos e arrivano ospiti inattesi. Che fai?
Sorrido con me stessa e li faccio entrare lo stesso.

La cucina è fatta solo per cucinare?
Ho voluto uno spazio unico col soggiorno proprio perché è bello parlare e cucinare tutti insieme. Gli ospiti sono padroni nella nostra cucina.

Cosa scriveresti sul citofono al posto del cognome?
I nomi propri e basta (l’ho fatto sulla porta d’ingresso).

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